Da domenica sera gira una foto. Una bella immagine. Una foto di gruppo del gruppo dirigente del Pd, nella sala conferenze della sede nazionale. Tutti insieme, sorridenti a festeggiare un risultato storico, il 40% alle elezioni Europee.
Ma dal giorno successivo per qualcuno quella foto è diventata "la foto dei convertiti" (per l'Huffington Post addirittura "intrusi"), perché tra i tanti volti si riconoscono anche quelli di chi non appartiene alla 'corrente renziana', essere li in mezzo, secondo molti, sarebbe essere 'saliti sul carro del vincitore'.
Ora, fidatevi, io di gente salita sul carro del vincitore ne ho vista molta. Ho visto persone salire, scendere e risalire sullo stesso carro, ho visto esperti del salto da un carro all'altro. Roba da olimpiadi.
No, quella non è la foto dei convertiti. Quella è la foto del PD, anche perché questa volta il 'carro del vincitore' è il PD. Intero.
Permettetemi la citazione bersaniana: "in politica si vince insieme e si perde da soli".
E così è stato. Perché se va sicuramente reso merito a Renzi di aver saputo ingranare la marcia giusta per il partito, il risultato è il frutto dell'essersi messi tutti al servizio della comunità, senza temere che il risultato positivo rafforzasse 'l'avversario interno'. I giornali ne hanno parlato solo l'ultimo giorno, ma D'Alema, Letta, Cuperlo, Civati e Bersani, pur non essendo candidati, hanno macinato km per partecipare a iniziative elettorali del partito.
Il 40% è frutto anche di questa compattezza, e anche questo è un merito di cui va dato atto al Premier.
Quella foto rappresenta il partito, che non è solo dei renziani, è di tutti. Prima di tutto dei suoi elettori.
