Per me era Mucio Dalla. Perché ero una sua fan da quando avevo imparato a parlare e avevo storpiato così il nome.
Cantavo "Disperato Erotico Stomp" a squarciagola (e no, non capivo i doppi sensi della canzone. E nemmeno quelli unici, a dir la verità), Caro amico ti scrivo e Futura.
Quanto amo Futura. Mi commuovo sempre, un po' come per Cara.
Il suo è stato il mio primo concerto, alla festa de l'Unità di Bologna, sulle spalle di mio zio.
La prima cassettina comprata a un autogrill, durante il lungo viaggio estivo che mi portava dai nonni.
La cassetta, poi, consumata in un walkman, a forma di formaggino triangolare, che ebbi in regalo per presentarmi alle audizioni del Piccolo Coro dell'Antoniano (ma questa è un'altra storia).
Ricordo mio padre che mi chiama a casa per dirmi che aveva visto in quale locale andasse di solito, in centro a Bologna.
E io che ogni volta che giravo per il centro speravo di incrociarlo.
In tanti anni la volta che sono stata più vicina era a Torino, a un'altra festa de l'Unità. Ma non ho mai avuto il coraggio di chiedere a qualcuno di farmi avvicinare, di chiedere un autografo.
Un po' me ne pento.
