Sale sul bus. Scarpa col tacco, tailleur pantalone, piega e trucco perfetti, nonostante l'ora. Il telefono all'orecchio. Si siede di fronte a me.
Sono donna anche io e, rispondendo al più antico cliché, mi lascio vincere dalla curiosità. Spengo l'iPod, ma tengo le cuffie.
La discussione al telefono è quella tipica tra ex, che ancora hanno dei conti in sospeso, storie da rinfacciarsi. Ferite da non lasciar chiudere.
In realtà riconosco qualcosa di me, quando all'improvviso, tra un "mi fai parlare?", "non gridare" e un "ma che c'entra", all'improvviso, gli occhi le si riempiono di lacrime. Il suo sguardo nel vuoto, nello sforzo di non far scendere nessuna lacrima, nell'immane tentativo di non far sentire la sua voce rotta dalle lacrime.
Qualcosa la ferisce più delle altre. Chiude la conversazione. La "schiscetta" spunta dalla borsa Chanel. L'iPhone nella custodia rosa, stretto tra le mani, suona di nuovo. Risponde subito. È ancora lui. Scendiamo dal bus, lei si allontana al telefono.