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EquiLibrismi – Leggere con lentezza

4 mesi senza libri. O quasi.
Sì, strano a dirsi, ma in 4 mesi e mezzo ho finito 2 libri.
Perché? Forse perché quando lavori con certi ritmi (leggasi senza sosta e con una media di 14 ore al giorno...) la sera (leggasi notte) quando finalmente rientri e ti poggi sul letto... beh, a fatica vedi il cuscino, figurarsi quel minimo di concentrazione per leggere.
Poi, però, capita che sull'onda di un'antica abitudine, appena esce il libro del tuo autore preferito corri a comprarlo e una volta in stanza lo apri. E non c'è stanchezza che regga, ne divori un terzo prima di addormentarti, e nel giro di 2 giorni lo hai finito. E lì, riprendi. E riapri il libro che ti ha accompagnato per due mesi senza riuscire a finirlo, e ti dai tempo. Per leggere con calma.
E in questa lentezza un pezzetto ti entra in testa...

"Sono convinto che le persone davvero libere, uomini e donne, che sono capaci di concedere e cedere a tentazioni, che vivono passioni e amano il sesso, per la maggior parte sono belli che sono diventati belli, che hanno acquistato una loro bellezza, alle volte anche oggettiva, ma che non sono nati così, erano brutti (o quantomeno: non belli) e hanno faticato e sofferto da bambini o adolescenti e adesso è rimasto loro dentro quel desiderio di rivalsa, di riscatto, come se la bellezza così come è apparsa possa svanire e devono approfittarne per conquistare e godere. A me sembra di essere stato così, e di aver incontrato e amato e desiderato soltanto persone così."
 – Francesco Piccolo, La separazione del maschio, Torino, Einaudi, 2008


Perché a volte bisogna saper leggere con lentezza.

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