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Il giornalismo ai tempi degli imbecilli

C'era un tempo in cui i giornali, preoccupati, ammoniva "attenti ai blogger. Non sono giornalisti, non verificano le fonti, loro". Ho quasi nostalgia di quel tempo, perché in quella paura del nuovo, dell'invasione del proprio piccolo spazio, c'era ancora la preoccupazione di quel che veniva dato da leggere a chi si informava. Poi arrivò la crisi dell'editoria, la crisi in generale, il click baiting e tutto è tristemente degenerato. A pochi interessa la qualità, sempre più spesso si leggono articoli 'tirati via', titoli che citano frasi che poi nel testo non trovi... E tanto sensazionalismo. A cercare di 'aiutare' l'editoria in crisi sembrerebbe volerci pensare Facebook che in America ha convinto gli editori a pubblicare direttamente sulla propria piattaforma i contenuti (se le persone stanno qui da me, sembra dire, perché dovremmo farle uscire, leggere i contenuti e farle tornare qui a commentare. Facciamoli stare tutti qui... No?). Oggi dalle parti del Corriere della Sera, nella sua edizione del Mezzogiorno, hanno invertito il processo, copiando un post scritto da un utente Facebook e molto condiviso, spacciandolo per un fatto di cronaca. Andiamo con ordine. Pippi Ferraro pubblica un post, raccontando quanto è accaduto su un treno nel napoletano. Un gruppo di ragazzi di colore sono saliti sul treno (e qui pubblica la foto di uno di loro, motivo per cui il post verrà poi rimosso da Facebook, visto che dubito avesse la liberatoria del ragazzo in questione), lungo il tragitto verso Napoli di 3 controllori solo uno chiede anche a loro il biglietto. Da qualcosa l'autrice deduce che dovrebbero scendere a Salerno. Non avviene così e quando sono quasi a Napoli il controllore non chiede di nuovo il biglietto al gruppo. Però viene fatta la multa a una signora che non ha fatto in tempo a obliterare. Da qui nasce una tirata "sull'invasione senza precedenti che stiamo subendo". Il post ottiene 60000 like e parecchie condivisioni. Dopo qualche ora il Corriere del Mezzogiorno pubblica un articolo. In cui, sostanzialmente, Incolla il post aggiungendo qualche considerazione, come quella nel sottotitolo dove si legge: "Erano in otto con lo stesso atteggiamento di quelli che a Milano hanno colpito con un machete il ferroviere che gli aveva chiesto di mostrare il ticket" Da cosa il giornalista possa evincere la similitudine dell'atteggiamento è un mistero, anzi nel racconto vengono descritti come rumorosi, ma non come 'violenti'. L'importante è puntare sulla paura per quanto successo a Milano. Mi sorge una domanda: Qualcuno in redazione si è accertato che quanto scritto corrispondesse al vero? Che quel ragazzo fotografato (a cui il Corriere ha posto una veloce pecetta sugli occhi) facesse parte della "feroce gang degli invasori senza biglietto"? Che non avesse davvero il biglietto. E se il racconto fosse inventato? O, forse, le fonti del corriere del mezzogiorno sono solo il numero di condivisioni di un post. Caro Eco, gli imbecilli non stanno solo sui social network,  sono ovunque e i giornali fanno da grancassa. Insomma: non importa che sia vero, "ormai i fatti non contano più, basta che faccia paura" (cit Claudia Vago) e che porti tanti click.  

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