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La visita devi meritartela

La storia inizia lunedì scorso, quando scivolo in una pozza d'acqua nello spogliatoio della piscina, cado, facendo una spaccata, mi faccio male e vengo portata al pronto soccorso. Dopo un primo momento di smarrimento in cui al triage mi avevano fatta nascere nel 1881 (cosa che, però avrebbe reso codice rosso anche uno sbadiglio) vengo visitata e dimessa in 30 minuti circa. Il medico mi dice che devo andare a fare un controllo dopo una settimana e mi prenota per il 17/3. Ringrazio ed esco. Nel trambusto noto, solo il giorno dopo, che c'è scritta la data e l'ambulatorio, ma non orario e dove sia ubicato. Mercoledì pomeriggio chiamo il centralino del Gemelli, spiego la vicenda e mi trasferiscono agli ambulatori. 3 minuti di attesa e cade la linea. Riprovo. Stessa sorte. Ritento stamattina alle 11... Idem. Non doma chiamo il Cup del Gemelli dove, dopo qualche minuto di attesa (ma con una voce che mi teneva informata su quante persone ci fossero prima di me) parlo con una signorina gentile che, stupita dal fatto che queste informazioni non fossero sul foglio di dimissioni (sul quale non c'è nemmeno il numero del Gemelli, per inciso) mi dà il numero da chiamare domattina "tra le 8 e le 9" per concordare l'orario. Ora, se questa informazione me l'avessero data al centralino ieri io avrei già risolto. Invece, da quel che capisco, c'è un totale spezzettamento delle informazioni, che ti costringe all'inseguimento della visitai. E in tutto questo l'unica vittima è il paziente. To be continued

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