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EquiLibrismi – La sindrome di Stoccolma

Portatemi in una libreria e farete la mia felicità. Mi perdo, giro, sfoglio (quindi siete pregati di portarmi in una libreria dove i commessi non ti stanno col fiato sul collo, dove nessuno dopo 3 secondi dal tuo ingresso esclama: "posso aiutarla!", o non ti guardino storto se sfogli un libro), chiacchiero.
Però, c'è un però. Io soffro della sindrome di Stoccolma, è evidente. Non riesco a comprare, o mi sento molto in colpa se lo faccio, in librerie che non siano Feltrinelli.
Io ho la tessera, il che significa sconti, punti da accumulare.... Quella tessera blu che trova spesso il modo di  uscire dal mio portafoglio. Io la tessera Feltrinelli ce l'ho da quando era un semplice cartoncino rosso che il commesso forava in base a quanto spendevi. Una stellina ogni 10€ (che poi essendo manuale ogni tanto trovavi quello gentile che ti dava il punto anche se avevi speso 9 euro, o che comunque te ne regalavano uno).
E' più forte di me, se non sono in una Feltrinelli il mio portafogli si intimidisce e non compro (tranne rare eccezioni). In particolare la Feltrinelli della Galleria Colonna è la mia preferita. 4 piani, divanetti, un bar per prendere un caffè, un tè, per fare due chiacchiere e sfogliare libri. Ecco, io lì mi sento a casa, mi sento a mio agio.
L'eccezione più comune è per le bancarelle di libri che si trovano per strada, ricche di libri, spesso non più in catalogo,  a prezzi stracciati.
Voi, avete un posto preferito dove comprare i libri. Una libreria che vi fa sentire a casa? Aiutatemi a liberarmi dalla mia sindrome (anche se non mi dispiace tanto esserne affetta)

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