Stamattina in treno ho finito "Andrà tutto bene", libro di Stefano Iannaccone, il coinquilino di un amico (conoscente).
Arrivata all'ultima parola ho chiuso il libro e l'ho rigirato tra le mani. Come faccio quando ho finito un libro che mi è piaciuto e mi accomiato dai suoi protagonisti.
E lì ho avuto un impulso fortissimo. "Ora, quasi quasi, lo lascio su questo tavolino, così chi prenderà il mio posto forse si lascerà vincere dalla curiosità e lo leggerà e magari lo abbandonerà di nuovo".
Mi ha frenata il fatto che il libro fosse un regalo, sarebbe stato scortese.
Sì, lo so, si chiama bookcrossing. Ma la mia domanda è: abbandonare un libro, affinché venga letto da un numero maggiore di persone, è un atto di affetto?
Arrivata all'ultima parola ho chiuso il libro e l'ho rigirato tra le mani. Come faccio quando ho finito un libro che mi è piaciuto e mi accomiato dai suoi protagonisti.
E lì ho avuto un impulso fortissimo. "Ora, quasi quasi, lo lascio su questo tavolino, così chi prenderà il mio posto forse si lascerà vincere dalla curiosità e lo leggerà e magari lo abbandonerà di nuovo".
Mi ha frenata il fatto che il libro fosse un regalo, sarebbe stato scortese.
Sì, lo so, si chiama bookcrossing. Ma la mia domanda è: abbandonare un libro, affinché venga letto da un numero maggiore di persone, è un atto di affetto?