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L’amara tazzina

Non so se sia il percorso dei più o è stato solo il mio. Ma il mio incontro con il caffè amaro è stata una lunga strada. Passata dal primo periodo in cui bevevo caffè, quando anche 3 cucchiani di zucchero mi sembravano non bastassero a renderlo dolce, al caffè con un po' meno zucchero, ma macchiato caldo, al mio classico cucchiano e mezzo, con una predilizione per lo zucchero di canna o il miele.

Immancabile passaggio per il dolcificante (provato di diversi tipi, ma tutti guastano il sapore del caffè).
Alla fine, curiosa come sempre (chi scrive una volta ha volontariamente e consapevolmente assaggiato un cucchiaino di caffè al sale, per sapere che gusto ha. Schifoso, per la cronaca) sono approdata al caffè amaro.
Come, giustamente, sostiene qualcuno "chi lo ha deciso che "il vero caffè è quello amaro"" (Detto con voce grossa, pomposa). Ecco, io non lo sostengo. Ma, innegabilmente avendolo assaggiato in diverse gradazioni zuccherine, ora apprezzo molto di più il sapore del caffè.
Mi resta in bocca il sapore più a lungo e in maniera più persistente, lo apprezzo di più.
Ma tutto questo ha una controindicazione. Se ti trovi a bere un caffè pessimo hai serie difficoltà a berlo. Perché ormai con lo zucchero è inbevibile, senza pure.... e quel caffè ti rovinerà tutta l'ottima cena precedente.

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