Il caso del barcone rovesciatosi a largo della costa libica ha portato sui social ai soliti commenti beceri, dei soliti "leoni da tastiera".
Qualcuno ha fatto i nomi e i cognomi, per squarciare quel 'velo' per cui, protetti da un monitor e una tastiera, si 'vomita' di tutto, commenti che, però, ci si guarderebbe bene dal fare al bar o in ufficio. Dimenticandosi che comunque sui social ci sono nomi e cognomi.
In questo panorama ci sono le pagine dei giornali, dove nei commenti proliferano questi esempi di disumanità. Giornalettismo, ad esempio, ha dichiarato di aver cancellato alcuni di questi commenti, cercando di svegliare "la maggioranza silenziosa"
Ancora sui commenti "idioti" sulla morte dei migranti di domenica mattina trovati qui sulla nostra home page. Alla fine...
Posted by Giornalettismo on Lunedì 20 aprile 2015
Non molto tempo fa anche "Il Mattino di Padova" aveva risposto per le rime a una commentatrice.
A tutto questo si è aggiunto anche quello che, ormai, dovremmo eleggere a Community Manager dell'anno... Gianni Morandi. Il cantante, dopo aver postato sulla sua pagina una riflessione sull'immigrazione, ricordando quando gli immigrati eravamo noi, ha risposto ai commenti, soprattutto a quelli più leghisti e zeppi di luoghi comuni. Non rinunciando a un filo di ironia.
Perché ne parlo? Perché spesso, troppo spesso, sulle pagine di giornali o di politici, che sotto notizie del genere (a volte lanciate anche in modo tale da ottenere un certo tipo di reazioni) pullulino commenti razzisti, in cui, nel migliore dei casi, ci si rallegra della morte delle persone. In questi casi, per me, cancellare non è una castrazione della libertà di opinione, ma il dimostrare che la nostra pagina non accetta quel tipo di commenti, perché, semplicemente, non sono da considerarsi nemmeno umani.
Gianni Morandi e le risposte ai commenti razzisti